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Gli espatriati lasciano in massa il Medio Oriente?

employes au Moyen Orient
Shutterstock.com
Scritto daVeedushi Bissessuril 29 Giugno 2020

Il coronavirus ha provocato una vera crisi in Medio Oriente, e non solo in campo sanitario.ÌýNegli ultimi mesi gli espatriati hanno lasciatoÌýin massa la regioneÌýa causa della perdita dell'impiego oÌýdella riduzione dello stipendio. Che ripercussioni ha questo esodo sull'economia e sul mercato del lavoro di questi territori?Ìý

Ìý

Arabia Saudita

La scorsa settimanaÌýl'Arabia Saudita ha annunciato che gli espatriati residenti,Ìýche si trovanoÌýattualmente all'estero, non potranno fare rientroÌýnel paeseÌýfino alla fine della pandemia. Si tratta di una misura emessa a scopo precauzionaleÌýperchè questo Stato della penisola araba è tra i più colpiti dal coronavirus.ÌýIl blocco alleÌýattività, durato tre mesi, è stato tolto solo da qualche giorno. LaÌýdata di rientro degli espatriati residenti, in possesso di un visto di ingresso valido, sarà comunicata dopoÌýche la situazione si sarà stabilizzata.Ìý

Secondo uno studio realizzato dalla Jadwa Investment Company diÌýRiyadh, oltre 1 milione e 200 milaÌýlavoratori stranieri, principalmente Indiani, Egiziani, Filippini e Pakistani, potrebbberoÌýlasciare l'Arabia Saudita entro la fine del 2020. Quasi 300.000 espatriati sono già usciti dalÌýpaese, e 178.000 hanno richiesto l'Awdah, un documento che facilitaÌýil rimpatrio degli espatriati.ÌýDa notare che l'anno scorso già 445.000 lavoratori stranieri sono rientrati nel paese d'origine. Da qui alla fine del 2020, se la tendenzaÌýcontinuasse con questo ritmo, si potrebbe assistere ad un calo demografico del 4% poiché gli espatriati rappresentano oltre 10.5 milioni su una popolazione totale di 34.8 milioni di persone.Ìý

Inoltre, leÌýmisure di austerità adottate dal Governo saudita stanno avendo dure ripercussioni sui lavoratori stranieri che sono ancora nel paese. QuesteÌýincludono un aumento considerevole dell'imposta sul valore aggiunto (IVA), fino a tre volte il tassoÌýattuale, eÌýl'abolizione del rimborso spese per i dipendenti del settore pubblico. Alle società private è stato concesso di ridurre gli stipendi fino al 40%Ìýe di disdire i contratti di lavoroÌýdegliÌýespatriati.ÌýI dipendenti di settori come ospitalità, alimentazione, sicurezza ed amministrazione,Ìýhanno maggiori probabilità di essere licenziati.

Kuwait

La comunità di espatrIati in Kuwait tocca i 3.4 milioni su una popolazione totale di 4.6 milioni di persone. Alla luce di queste cifre la nazioneÌýmira a ridurre l'impiego degli stranieri del 30%.ÌýPiù del 50% degli espatriati che lavoravano nell'amministrazione pubblica sono già stati licenziati. Nelle ultimeÌýsettimaneÌýoltre 11.920Ìýlavoratori indiani ed egiziani sono stati rimpatriati. Nel giugno 2020, il Kuwait ha annunciato che i lavoratori stranieri non sarannoÌýpiùÌýassunti nel settore petrolifero fino a nuovo ordine. E'Ìýstato anche propostoÌýun sistemaÌýper regolare l'assunzioneÌýdegliÌýespatriati, secondo la loroÌýnazionalità. Si paventaÌýinoltre un aumentoÌýtra il 100% e il 200% delÌýcosto deiÌýpermessi di soggiorno, deiÌývisti, dell'assicurazione sanitaria e dell'istruzione. Il Ministero degli Affari Esteri del Kuwait prevede, da ultimo, di aumentare le spese di elaborazione dei visti del 150%. Secondo il Governo, queste misure consentirannoÌýal paese di far fronte ai tagli del 20% sul bilancio, annunciati per l'anno fiscale 2020-2021.

Qatar

In Qatar, a partire dal 1° giugno, sono state introdotte delle nuove misure relative all'assunzione di cittadini stranieri nei ministeri e nelle istituzioni governative. Queste misure prevedonoÌýunÌýtaglio netto degli stipendi degli espatriati e la risoluzione di molti contratti con un preavviso di due mesi.ÌýLa comunità degli stranieri, che tocca i 2.3 milioni su 2.7 milioni di residentiÌýtotali, rappresentaÌýil 95% della forza lavoro locale.ÌýGli esperti concordano sul fatto che l'esodo degli expat dal paese si ripercuoterà sulla sua crescita economica,Ìýsia in termini di carenza di manodopera che di perdita del potere d'acquisto.

Bahrain

Non è un segreto che il Governo del Bahrein abbia già messo in atto una strategia per nazionalizzare il suo mercato del lavoro, specialmente ILÌýsettore privato. Negli ultimi mesi laÌýpandemia ha provocato la perdita di quasi 6.000 posti di lavoro assegnati adÌýespatriati. Il governo locale ha abolito il permesso di lavoro flessibile ed ha stanziato una somma per favorire l'impiego di manodopera locale nel settore pubblico.LeÌýconseguenze finanziarie della crisi sanitariaÌýhanno avuto ripercussioni suÌý8.800 aziende baherenite.

Cosa succede negli altri paesi del Medio Oriente?

Con una comunità di espatriati che nel 2019 toccava i 5.095 milioni, gli Emirati Arabi Uniti rimangono abbastanza stabili nonostante ilÌýrimpatrio di massa in corso. A detta delle Autorità locali, se i rientri dovessero continuare di questo passo, si prevedeÌýun calo demografico del 10% eÌýla perdita di quasi 900.000 posti di lavoro. Tuttavia, gli Emirati Arabi Uniti non hanno ancora adottato misure drastiche per ridurre il numero dei lavoratori stranieri. Da notare che i primi casi di COVID-19 sono stati registrati proprio in questi territori e ad oggi si contanoÌýquasi 48.000 casi di infezione e 313 decessi.Ìý

L'Oman, di contro,Ìýsta cercando di sfruttare la situazione attuale per aumentare la sua forza lavoro. Per rendere il mercato del lavoro ancora più appetibile, nel 2021 entrerà in vigore una nuova legge che prevede cheÌýlavoratori stranieri, in locoÌýo all'estero, non avranno più bisogno di un certificato di non obiezione (NOC) per cambiare datore di lavoro quando il loro contratto giungaÌýal termine.

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A proposito di

Assistente editoriale e scrittrice di contenuti per ´ó¿§¸£ÀûÓ°Ôº, Veedushi nutre un profondo interesse per le culture e le tradizioni straniere.

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